Tre il numero perfetto
Se loro non fanno le cose per tre volte consecutivamente non sono contenti! Tre medaglie d’oro in tre olimpiadi 2000/2004/2008, tre medaglie d’oro in tre mondiali consecutivi 2007/2009/2010, tre titoli continentali consecutivi 1998/2000/2002. “Se si fa si fa per tre” questo è il motto dei gemelli Peter e Pavol Hochscorner. Eppure uscivano da un periodaccio privo di stimoli e con tanti punti interrogativi nella testa. Forse avranno pensato che per guarire definitivamente dalla malattia della noia ci voleva una bella vittoria mondiale. Gli slovacchi così sono maturati, se mai ce ne fosse stato bisogno, nella strategia di gara e nell’equilibrio che sembravano aver smarrito ultimamente. Pavol addirittura all’uscita della porta 12 - la ski per capirci meglio - si è girato per accertarsi che il fratello passasse il palo senza toccarlo. Fatto questo decisamente inusuale e che, se vogliamo, mette in evidenza qualche debolezza che li rende oggi più umani anche se sempre dipinti d’oro. Vincono, ma non fanno registrare il miglior tempo che è opera invece dei transalpini Gargaud/Lefevre. I due polivalenti pagaiatori francesi però toccano due porte e si devono accontentare dell’argento iridato. Anche il bronzo è andato a chi non si accontenta di una sola disciplina e si cimenta anche in C1 e K1. Così Florence/Hounslow sono stati bravi a mettere in acqua una discesa pulita, senza prendere grossi rischi.
Andrea Benetti e Erik Masoero, entrati bene in finale, si sono persi a metà gara per un’azione forse troppo rischiosa nella combinazione - 11/12 - che oggi ha decisamente decimato fior di pagaiatori. Forse vanno rivedute soprattutto le strategia su come affrontare la gara, più che aspetti tecnici che, tutto sommato, sono ormai consolidati nei forestali piemontesi.
Bella gara in rosa per il K1 vissuta nel duello tutto austriaco fra Violetta Oblinger, che vince la semifinale, e Corinna Kuhnle entrata in finale con l’ottavo tempo dopo aver bisticciato con un paio di combinazioni. La bionda e mascolina atleta 23enne che vive alle porte di Vienna e si allena principalmente a Bratislava, in finale si lancia nella bocca di fuoco a velocità stratosferica tanto da non riuscire a restare a sinistra della porta in risalita numero due. A questo punto, intelligentemente, opta per una manovra ad “esse” e riprende contatto con la realtà. Da lì in poi il suo è un crescendo di precisione ed eleganza atletica. Rimane concentrata e passa con velocità anche la combinazione 14/15, che viceversa era costata cara alla spagnola Chourraut in semifinale. Il suo 102,64 è un bottino di guerra che può regalarle tante soddisfazioni. Nessuna atleta dopo di lei riuscirà a migliorarlo. L’unica forse in grado di poterlo fare era Jana Dukatova, ma il suo unico obiettivo era quello di prendere una medaglia senza puntare ad un preciso metallo. Se non lo avesse fatto avrebbe visto del tutto sfumare la possibilità di giocarsi col Elena Kaliska il posto per le olimpiadi. Infatti, come ho già detto, le regole per gli slovacchi su chi dovrà rappresentare questa nazione ai Giochi Olimpici di Londra 2012 sono chiare da tempo
Oggi anche le prove a squadre che si sono disputate con manche unica per problemi di tempo e per timori di acqua alta.
Francesi sul tetto del mondo in C2 e Ceke nelle donne. Come sempre queste gare divertono ed entusiasmano il pubblico riscaldandolo per il grande finale di domani.
Ma come spesso mi accade mi sono fatto prendere la mano per raccontarvi tutto d’un fiato una giornata mitica e che ricorderemo a lungo. Avrei voluto dare spazio anche alle tante persone che ho incontrato sul campo di gara, per ricordare i vecchi tempi! Personaggi che vent’anni fa erano in acqua ad animare la manifestazione o direttamente interessati in ruoli diversi. Tra loro Elisabeth Micheler, oro nel 1991, con il marito Melvyn Jones e le bimbe. Norbert Sattler, Maria Francois Grange, Jiel Zok, Cristina Giai-Pron, e poi ancora Carlo Perli e Lorenzo Modolo giusto per ricordarne alcuni. Evidentemente il richiamo della canoa è troppo forte per resistere e rimane sempre dentro ad ognuno di noi.
Avrei anche voluto dare spazio al bravo Alex che oggi ho incontrato e che si era sentito accusato per non essere rimasto al campo ad aspettare Molmenti. Poiché lui, come molti di noi, non ha il dono dell’ubiquità, aveva giustamente dato priorità alla schiena di Erik che oggi avrebbe gareggiato. E a giudicare dai risultati è stato un ottimo lavoro.
Domani inizio di buon ora, 9,30, per le semifinali con C1 donne, C1 uomini e K1 uomini. Seguiranno finali gare individuali e a squadre.
Occhio all’onda!
Tacen, 11 settembre 2010 - semifinali e finali 33^ Campionati del Mondo di Canoa Slalom
Commenti
Posta un commento