Qualche nota sull'inizio della stagione internazionale di gare di slalom
La stagione agonistica è iniziata in varie parti del mondo giusto qualche weekend fa: alla Reunion due gare, la prima ICF Ranking il 3-5 febbraio e l’altra il 18 febbraio. Contemporaneamente in Australia il "Penrith Open" e poi ad distanza di una sola settimana gli "Australian Open". In Brasile gare di selezione a Rio per formare la squadra nazionale o meglio come si dice da queste parti per la Seleçao! Per dovere di cronaca e per essere preciso avevamo già visto qualche gara in calendario disputata in New Zeland, ma si è trattato in pratica di un affare quasi personale dei kiwi! Pochi, pochissimi gli stranieri presenti su quel territorio. A dominare quelle gare la francese Camille Prigent, da quelle parti per amore, ma anche ovviamente per allenarsi, così come per Martina Wegman, l’olandese accasata con Mike Dawson. Quest’ultimo è giusto rientrato da poco a casa dopo una incredibile avventura in Antartide che lo ha visto impegnato per 50 giorni sugli sci percorrendo 900 chilometri in mezzo al nulla con altri quattro compagni di viaggio.
Torniamo alle gare e andiamo per ordine dando uno sguardo alla prima ICF Ranking dell’anno dove erano presenti, oltre ai padroni di casa, anche tedeschi, italiani, cechi, qualche svizzero e slovacco, un venezuelano, una americana e una iraniana. Quest’ultima si chiama Roxana Razeghian che si è avvicinata alla canoa per seguire le orme della mamma che è stata la prima iraniana nella squadra nazionale slalom del suo paese. Per la verità la 31enne, nata nella cittadina di Esfahan, è emigrata in Francia a Toulouse nel 2020 per studiare, e qui si innamora dello slalom affacciandosi alla scena internazionale nel 2015 a Pau in Coppa del mondo. Lei è andata sull’isola con un gruppo di atlete allenate da Nelly Tornare e anche su questa allenatrice bisognerebbe scrivere un un intero post, prima o poi accadrà, lo prometto. Il canale della Reunion è servito a diverse squadre per allenarsi e per l’appunto gareggiare e confrontarsi con tutte le realtà diverse presenti sull’isola. Jiri Prskavec, oltre a dominare la sua specialità, dove è in questo momento il Re assoluto, ha fatto vedere buone cose anche in C1 centrando la finale e facendo registrare tempi di tutto rispetto se accostati a quelli degli specialisti. Bene gli italiani che si confermano al passo con i migliori in assoluto, mentre i francesi stanno dimostrando di aver grandi numeri nella canadese con giovanissimi come Jules Bernardet e Tanguy Adisson, figlio di Frank campione olimpico in C2 con Wilfrid Forgues oggi signora Sandra. Non avrà vita facile Denis Gargaud a qualificarsi visti i tanti giovani che stanno crescendo in Patria. Nel frattempo il campione olimpico di Rio 2016 ha fatto uscire una sorta di piccolo film che vorrebbe spiegare che cosa passa per la testa ad un atleta a due anni dai Giochi Olimpici e dopo una stagione non certamente brillante che porta avanti un progetto tecnico, nato nel 2020, che lo sta portando a pagaiare non solo a sinistra, suo lato naturale, ma anche a destra. Stessa cammino che ha iniziato quest’anno Matej Benus.
Nel settore femminile decisamente inusuale il terzo posto di Ricarda Funk, che dopo aver dominato la qualifica e la semifinale, con tempi che quasi le avrebbero permesso di entrare in finale nel kayak maschile, si perde nella ultima fase di gara e finisce alle spalle di una Elena Lilik ritrovata, ricordate aveva avuto una operazione in autunno, e di Elisa Mintalova, quest’ultima la campionessa europea con Stefy Horn. L’italiana, anche lei da quelle parti, non ha preso parte alle gare, il motivo non mi è chiaro, ma l’atleta della Marina Militare probabilmente preferisce contenere le energie per i grandi appuntamenti.
Nella terra "down under" non ci sono più tutti gli atleti che un tempo frequentavano questo canale nel periodo invernale del vecchio Continente: i costi per un’ora di acqua sono esagerati e dissuadono federazioni ed atleti ad andare così lontano, viste anche opportunità più economiche e alternative come La Reunion o Rio de Janeiro. Cosa dire comunque in estrema sintesi di queste gare?
Salta all’occhio anche qui il terzo posto di Jessica Fox in K1 agli Australian Open, siamo abituati a vederla sempre prima in casa sua, invece sono stati vinti da Camille Prigent su Lukas Jones. Sorprendente anche il 4^ posto di Lucien Delfour, anche lui abituato a vincere da quelle parti, complice le 4 penalità nonostante il miglior tempo di finale. Gara e quindi titolo a Timothy Anderson. I due big dell’Australia avevano comunque vinto la settimana precedente confermando il loro valore e il posto in squadra. Nel frattempo Jessica si è dedicata anche ad un set fotografico per il magazine Stellar. La campionessa ha posato in compagnia di due levrieri e ha parlato del suo cammino verso Paris 2024 accompagnato dal fidanzato Mathieu Biazizzo, anche lui atleta della canoa slalom, ma che vede i Giochi a cinque cerchi molto lontani vista la concorrenza che deve battere in Francia per prendersi l’unico posto disponibile!
Nel frattempo è arrivata l’ufficialità, era nell’aria, del ritiro dalle gare di Ander Elosegi, il 36enne C1 basco che dopo una carriera internazionale di altissimo livello, iniziata nel 2003 con i Campionati Europei Junior, ha appeso la fatidica pagaia al chiodo. Nel suo curriculum sportivo ci sono:
- 4 partecipazioni olimpiche dove ha ottenuto due 4^ e due 8^ posti;
- 2 medaglie d’argento ai campionati del mondo (individuale e a squadre nel 2019 a La Seu d’Urgell);
- 1 bronzo a squadre ai mondiali del 2009 in casa a La Seu;
- 2 bronzi continentali: uno individuale nel 2016 a Liptovsky dietro ai padroni di casa Slafkovsky e Martikan e sempre a Liptovsky lo scorso anno nella gara a squadre;
- 13 le presenze ai Campionati del Mondo.
A lui, che ho avuto il piacere e l'onore di allenare, aguriamo buona vita e buona fortuna per tutti i prossimi progetti che lo vedranno sicuramente protagonista.
Occhio all’onda!
Ander Elosegi |
sempre interessante
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