Essere ciò che si fa


Marina ha sempre avuto la passione per la cucina, ma i fatti di questi ultimi 5 mesi l’hanno praticamente trasformata in una raffinata panificatrice incallita. Spazia da un  soffice pane,  che porta pure nella sua  copertura disegni e simboli, a focacce spesse e morbide a quelle più fini e croccanti.  C'è anche il tocco di classe con la pizza e così il tanto conclamato cibo italiano che noi  iniziamo a mangiare praticamente durante lo svezzamento,  ha raggiunto livelli sublimi con lievitazioni non inferiori alle 48 ore! Ma le arti vanno apprese con calma e con tanto amore come ci insegna  lo chef stellato Massimo Bottura che per creare le suo opere culinarie  ci mette tanto… Love!

Le porte in risalita, che come dice il bravo Martikan sono l’essenza dello slalom, diventano lo spunto per creare delle vere e proprie opere d’arte che possono nascere solo se si fanno con tanto, tantissimo  "Amore" perché per farle come Dio comanda (direbbe invece mia nonna) ci vuole dedizione, tempo, passione, pena e sofferenza al fine di far sì che ogni gesto possa portare all’esecuzione perfetta. Mi annoto sempre dopo ogni allenamento quante porte fanno i miei ragazzi suddividendole in discese e risalite. Considero un buon lavoro partendo da un minimo di 160 porte a sessione per arrivare anche alle oltre 280, quindi mettiamo che questi atleti mettano il culo in barca fra le porte per un minimo di 10 allenamenti settimanali, significa che fanno di media 2.000 porte alla settimana di cui 1.200  in discesa e 800 in risalita. Le settimane all’anno sono 52 di allenamento 48 che moltiplicato per 2.000 fa 96.000 di cui 57.600 in discesa e 38.400 in risalita. Bene con questi numeri si buon ben capire che quando ti trovi davanti ad un palo rosso-bianco o verde-bianco diventi la stessa essenza di quell’impulso che  guida ogni pagaiata del tuo andare sull’acqua. 

Penso di aver fatto mille disegni sulle risalite analizzandole in ogni minimo dettaglio e situazione, ho sempre amato concretizzare idee e pensieri su un pezzo di carta che da bianco si trasforma in colorato grazie ad un semplice segno di lapis o matita. Carlos Gavito, un insigne ballerino di tango, che vedendo ballare Carolina, una professionista di ballo,  le disse:  "tu non balli il tango, sei il Tango" ed è in sostanza quello che penso io quando vedo certi atleti cimentarsi con le porte in risalita: loro non fanno la risalita, loro sono la risalita!  In sostanza  l’essenza del movimento arriva proprio da questa semplice formula che ti permette di essere un tutt’uno con ciò che stai facendo diventandone interprete, esecutore, regista, attore, sceneggiatore, inventore. Una simbiosi che ci trasforma in ciò che stiamo facendo ed esprimendo,  possa essere esso il fatto di  mettere le mani in pasta per sfornare deliziose pizze o viceversa essere mani che tengono nell’acqua una pagaia trasformando il tutto in una danza. Quindi per dirla sempre alla Gavito e sostituendo la parola tango e ballerino con canoa e slalomista ne esce questo: 


"Un ballerino (slalomista)  non deve mai pensare a ciò che sta per fare, perché  si balla  la musica (corrente) non le figure. Egli deve solo sentire la musica (corrente).
I nostri piedi (le mani) sono come i pennelli di un pittore.
Con essi dipingiamo la musica (la corrente)"


Occhio all'onda!  

 

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