Estanguet - Martikan due atleti per un'epoca di successi condivisa
Martikan invece collabora in maniera molto proficua con Vajda da sempre, vuoi per il fatto che è della stessa nazione e vuoi per la disponibilità che l’azienda di canoe di Bratislava offre al campione nato e cresciuto canoisticamente a Liptovsky Mikulas. Interessanti i punti fissi su cui lavora questo atleta nel progettare le canoe che non sono legate ad un particolare percorso di un definito evento (olimpiadi o mondiale), ma devono rispettare due principi. Il primo è quello di aver uno strumento che permetta di essere veloci anche nelle combinazioni molto difficili; il secondo è di avere una barca veloce per le risalite ritenute da Martikan il vero fulcro dello slalom moderno: "le risalite potrebbero farti perdere tempo e quindi i tuoi sogni sportivi svanirebbero" dice.
Martikan vinse l’oro olimpico ad Atlanta nel 1996 a soli 17 anni con un C1 che si chiamava «Vajda» dal nome del costruttore. L’anno successivo nasce, per il mondiale a Tres Coroas (Brasile), la «MichalMartikan» che gli porta subito il suo primo mondiale. Una barca che userà praticamente fino Sydney 2000 fino ad arrivare ad Atene 2004 dove progetta e usa «Nereus». La vera rivoluzione sugli scafi arriva però con il cambio dei regolamenti nel 2005. Il primo passaggio per lui fu quello ovviamente di accorciarla a 3 metri e 50 e successivamente a restringerla e per far questo è partito mettendo una impostazione da C1 in un K1. Di questo prototipo era attirato dalla velocità, ma si rendeva conto che su acque impegnative e su combinazioni di porte difficili gli mancava volume specialmente dietro il pozzetto. Nasce comunque così la barca per Beijing 2008 tanto che una volta alla settimana pagaiava pure in k1. Collabora con Vajda ed Elena Kaliska per realizzare il K1 "Pulse" con il quale Elena vincerà la sua seconda olimpiade. Il campione slovacco in pratica apporta delle modifiche all’inizio di ogni ciclo olimpico, anche se ha la certezza che cambiare troppo gli scafi non è sempre produttivo perché le novità potrebbero presentare degli imprevisti proprio per questo non è sempre soddisfatto al 100% di ogni dettaglio. Fu così per le alette che servivano per arrivare alla misura di 70 centimetri, ma che distruggevano il manico della sua pagaia e capitava pure di farsi spesso male al gomito nelle manovre molto estreme. Nel 2010, grazie al fatto che il regolamento adegua peso e larghezza dei C1 ai K1, toglie le alette. Nasce la «MM», che sarà in assoluto la barca più stretta mai usata in C1. Nel 2014 arriva «One» che esce dopo sei mesi di allenamenti sul «MM Max» (ideato da Matey Benus). La ragione di questa scelta era quella di avere una canoa più stabile per non focalizzarsi troppo sull’equilibrio specialmente nella primavera e cioè all’inizio della stagione. Oggi l’ultima versione è la «MM2020»; questa barca è più larga di quella usata per Beijing e cioè la «Martikan» proprio per la stessa ragione di equilibrio di cui il campione slovacco sta risentendo molto in questa sua lunga carriera sportiva sempre ai vertici mondiali. Michal Martikan ci sa fare molto bene con le canoe perché è sempre lui a progettare la «Nemo» un kayak pensato e ideato per i più giovani che permette di essere molto dinamici e nello stesso tempo divertirsi su acque difficili. L’altra novità di questa barca è il materiale con cui viene costruita e cioè in styrolight che in pratica è un materiale plastico di elevata resistenza agli urti lavorato a temperature molto alte. Ma questo materiale ha un altro beneficio e cioè quello di esser al 100% riciclabile e per i canoisti questo è certo un punto importante!
Ecco qui un breve riassunto delle barche usate e progettate dal grandissimo campione della canadese monoposto maschile:
1997 MichalMartikan
2002 Nereus
2006 Martikan
2010 MM
2013 Nemo K1
2014 ONE
2016 MM2020
Martikan, al contrario di Estanguet, non brilla certamente per «savoir faire», per dirla alla francese e in tono gentile. Molto spesso durante le ore di allenamento condivise salta l’ordine e, risalendo con il nastro trasportatore, parte direttamente incurante di una sorta di ordine di partenza e rispetto reciproco. Spesso e volentieri anche durante la discesa non si cura degli altri e la sua spavalderia irrita non poco danneggiando ciò che invece lui potrebbe rappresentare per tutto il settore. Mi è capitato spesso di vederlo molto aggressivo contro atleti che viceversa non avevano nessuna colpa se non il fatto di essere dov’erano in un momento sbagliato e cioè durante l’ora di allenamento di Martikan! E’ questo forse l’unico neo di un atleta che ha preso in mano la storia e l’ha scritta pagaiata dopo pagaiata a suon di vittorie con carattere e con una convinzione talmente forte che tutto il resto è sempre passato in secondo piano. Il suo stile, costruito e sviluppato con miglia di ore sui canali, è certamente unico e sembra uscito da una vera e propria enciclopedia della slalom. In pratica è un compendio di perfezione per equilibri e per gesti tecnici. Il suo modo di essere, vivere e gestire lo scafo ci fa capire e vedere concretamente cosa significhi la vera fusione tra uomo e canoa. Due entità, uomo-canoa, che si fondono in un corpo unico che si muove sopra e con l’acqua in una sorta di danza tra i pali dello slalom. Dinamicità, forza, destrezza, precisione frutto di una meticolosità più unica che rara. Ogni minimo dettaglio in lui è curato partendo dalla sua canoa rossa che è ormai un segno inconfondibile in ogni angolo della terra dove si possa praticare lo slalom. L’abbigliamento elegante e griffato gli da' autorevolezza. Poi c'è la sua impostazione che sembra essere stata progettata e realizzata da un raffinato orefice tanta è la precisione con cui è fatta ed è ricoperta da un materassino sempre e comunque bianco candido che sembra il risultato di una fusione perfetta ad opera di qualche mastro vetraio di Burano!
Per scrivere poi tutte le vittorie e le conquiste fatte da questo fenomeno dello sport moderno ci vorrebbe un’intera settimana forse diventa più facile ricordare che ai campionati del mondo ha vinto in totale 23 medaglie di cui 15 ori, 3 argenti e 5 bronzi. Ai giochi Olimpici ha vinto 2 ori, 2 argenti e 1 bronzo. Ha vinto 5 volte la Coppa del mondo arrivando 2 volte secondo e 2 volte terzo. Ai Campionati Europei ha conquistato 14 ori 6 argenti e 2 bronzi. Una carriera internazionale iniziata nel 1994 da Junior dove vinse il mondiale a Wausau (USA) e che all’età di 41 anni non è ancora finita. Un campione che è stato scelto dal presidente della Repubblica Slovacca Ivan Gasparovic quando "The Queen" Elizabeth fu in visita nel suo paese. Martikan rappresentò un Popolo che dai successi sportivi ha preso la forza per diventare una Nazione all’avanguardia in molti settori e che in pochi anni dalla fine del comunismo e dalla separazione dai cugini Cechi si sta imponendo in Europa come esempio da seguire. Il campione Martikan ha dovuto anche superare momenti difficili, ma stingendo i denti e senza mai arrendersi ad un destino che lo ha messo a dura prova, ha saputo tornare in barca da protagonista. A lui va il massimo rispetto e per dirla sempre alla francese… chapeau Mr. Mratikan!
prosegue ...
Incontro tra "RE": The Queen of Great Britain and the King of C1 slalom! |
con il presidente della Slovacchia in una cerimonia ufficiale. |
con il papà Jozef che da sempre e ovunque è al suo fianco. |
Sul podio Olimpico di Atlanta 1996. A sinistra Lukas Pollert (CZE) a destra Patrice Estanguet (FRA) il fratello di Tony Estanguet che ben presto diventerà il primo rivale dello slovacco. |
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