Allenamento - Allenante
Sono dovuto tornare in Australia per trovare una soluzione facile e vincente nel riordinare il cassetto della cucina dove solitamente vengono riposti coltelli, forchette e cucchiai. Per la verità per questi ultimi due utensili bene o male non ci sono problemi considerando il fatto che si possono sovrapporre uno all'altro. La difficoltà è con i coltelli seghettati, quelli da bistecca tanto per intenderci, che non sai mai come metterli e non puoi usare la stessa tecnica dei colleghi utensili. Cosa fanno qui agli appartamenti che prendiamo in affitto all'Astina (una immobiliare di Penrith)? Li mettono semplicemente girati alternati e così si incastrano fra loro e rimangono perfettamente al loro posto ordinatamente: facile no! Il tutto mi suggerisce che per ogni problema c'è la soluzione ideale e molto spesso è più facile di quello che ci possiamo immaginare.
Questo succede anche in canoa tra i pali dello slalom. A volte ci si intestardisce a scegliere manovre e azioni molto complesse mentre per il 99% dei casi è sempre meglio optare per scelte facili e soprattutto ripetibili. La cosa che più mi preoccupa nell'allenamento dal punto di vista tecnico è la sua proiezione in una visione finalizzata alla gara. In allenamento ci sono molti anzi, moltissimi atleti che fanno vedere in combinazioni di due o tre porte manovre da manuale, ma poi gli stessi magari non li ritroviamo competitivi sulla distanza completa. Si cade spesso nell'errore di pensare esclusivamente a quello che si sta facendo in quel momento e non si proietta la visione nell'ottica di capire qual'è il vero obiettivo. Allenarsi con il rischio di non allenare ciò che effettivamente serve al momento della gara ecco il vero problema per un allenatore. Io vengo da una generazioni di atleti dove la quantità era il credo di ognuno di noi. Non importava cosa, ma era fondamentale unire alla parola allenamento l'aggettivo tanto. Poi qualcuno come Bill Endicott ci aprì gli occhi riassumendo in questa frase la filosofica che ancora oggi mi illumina:"se vuoi vincere i campionati del mondo di sollevamento pesi solleva pesi, ma se vuoi vincerli in canoa allora pagaia". Certo non possiamo però transigere sulla quantità che deve essere proporzionale alla qualità, la vera criticità è quella di trovare per ogni atleta il punto di rottura fra questi due fattori. Sarà fondamentale fermarsi quando la quantità pregiudica la qualità dell'allenamento stesso.
Due quindi i punti fondamentali per l'allenamento:
2 - allenamento - allenante (ricordarsi sempre che l'atleta è chiamato a fare due manche di circa 90 secondi con un recupero tra una e l'altra di almeno 1 ora e non una maratona sui 42 chilometri e 195 metri);
3 - quantità - qualità
Buona domenica a tutti e ... Occhio all'onda!
Questo succede anche in canoa tra i pali dello slalom. A volte ci si intestardisce a scegliere manovre e azioni molto complesse mentre per il 99% dei casi è sempre meglio optare per scelte facili e soprattutto ripetibili. La cosa che più mi preoccupa nell'allenamento dal punto di vista tecnico è la sua proiezione in una visione finalizzata alla gara. In allenamento ci sono molti anzi, moltissimi atleti che fanno vedere in combinazioni di due o tre porte manovre da manuale, ma poi gli stessi magari non li ritroviamo competitivi sulla distanza completa. Si cade spesso nell'errore di pensare esclusivamente a quello che si sta facendo in quel momento e non si proietta la visione nell'ottica di capire qual'è il vero obiettivo. Allenarsi con il rischio di non allenare ciò che effettivamente serve al momento della gara ecco il vero problema per un allenatore. Io vengo da una generazioni di atleti dove la quantità era il credo di ognuno di noi. Non importava cosa, ma era fondamentale unire alla parola allenamento l'aggettivo tanto. Poi qualcuno come Bill Endicott ci aprì gli occhi riassumendo in questa frase la filosofica che ancora oggi mi illumina:"se vuoi vincere i campionati del mondo di sollevamento pesi solleva pesi, ma se vuoi vincerli in canoa allora pagaia". Certo non possiamo però transigere sulla quantità che deve essere proporzionale alla qualità, la vera criticità è quella di trovare per ogni atleta il punto di rottura fra questi due fattori. Sarà fondamentale fermarsi quando la quantità pregiudica la qualità dell'allenamento stesso.
Due quindi i punti fondamentali per l'allenamento:
2 - allenamento - allenante (ricordarsi sempre che l'atleta è chiamato a fare due manche di circa 90 secondi con un recupero tra una e l'altra di almeno 1 ora e non una maratona sui 42 chilometri e 195 metri);
3 - quantità - qualità
Buona domenica a tutti e ... Occhio all'onda!
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