La forza di rimettersi in gioco
Appollaita su una sedia del ristorante del Dovoka Voda Hotel è incantata a guardare il video sui 42 pollici della televisione. Mimetizzata tra le altre giovani atlete di una Repubblica Ceka scesa in gran numero a Bratislava per preparare per tempo le selezioni di fine aprile, si mordicchia le pellicine delle mani, si gratta i capelli a caschetto, ma mantiene sempre la sua innata classe di prima donna. Davanti è seduto il marito, ex slalomista di buon livello con diverse medaglie ai mondiali e in coppa e, dal 1997, allenatore a tempo pieno. Due sedie alla sua sinistra il figlio, slalomista pure lui, nato nel 1986 quando lei di anni ne aveva giusto 18 ed era agli inizi di una carriera sportiva che a tutt’oggi le regala grandi soddisfazioni. Quando sulla mega televisione appare in allenamento, sgrana gli occhi, ha la capacità ancora di emozionarsi riguardando il suo inconfondibile modo di pagaiare. E’ attenta e sembra quasi timorosa dei commenti che possono uscire dalle sue compagne di squadre di cui potrebbe benissimo essere mamma. Bello però vederla mettersi in discussione davanti alle giovani promesse. Quando l’allenatore-marito blocca il video per analizzare a rallentatore ogni gesto, sembra una scolaretta alla prime armi, timorosa di prendersi qualche rimprovero proprio davanti a quelle ragazzine che la considerano un vero e proprio punto di riferimento per la loro crescita sportiva. Nessuno però ha il coraggio di fiatare sugli errori di una donna che ha regalato tanto alla canoa slalom con le sue due medaglie d’oro olimpiche – ’96 e 2000 – con i suoi mondiali vinti – ’99 e 2003 – e con le corone continentali – 2000 e 2008. Lei che potrebbe appartarsi e lavorare sola con il suo staff ha scelto invece la via del gruppo, della condivisione, della squadra.
Il 2010 le si è aperto con una sferzata di allegria nei colori. Infatti eravamo abituati a seguirla vestita di scuro, invece quest’anno si presenta tutta bianca e con una rosa purpurea sulla canoa e su ogni oggetto che indossa. Anche sulle pale della sua pagaia c’è lo stesso fiore stilizzato. Štěpánka Hilgertová, che ha preso il cognome dopo il matrimonio con il suo pigmaglione Lubos mentre prima era Proskova, fra cinque giorni festeggerà le 42 primavere di cui oltre la metà passate in maglia della nazionale prima Cecoslovacca e poi dal 1993 con la casacca della Repubblica Ceka. Lei è stata la prima donna a conquistare per il suo nuovo paese un oro olimpico ad Atlanta nel 1996. Impressiona vederla dopo tanti anni pagaiare sempre con grinta e con tanta energia e sembra sempre in competizione con il figlio che di anni invece ne ha solo 24. I due, che condividono ogni allenamento, hanno passato l’inverno in Sud Africa ad allenarsi, poi ad Atene e ora massima concentrazione per le selezioni che si faranno proprio sul canale di Bratislava il 24 e 25 aprile prossimo nelle gare organizzate in territorio slovacco dai ceki.
La bi-campionessa olimpica Štěpánka è decisa più che mai ad arrivare alla sua sesta olimpiade per riscattarsi di un ottavo posto conquistato a Beijng nel 2008 che sicuramente non le rende giustizia. Mi ricordo che nel dicembre 2001 mi invitò a prendere parte a Praga alla “Hilgertová Cup”, un mega evento in piscina per festeggiare le imprese dell’atleta davanti al suo pubblico. Ci andai con Pierpaolo Ferrazzi il quale usciva dalle olimpiadi di Sydney con il bronzo al collo. Fu una bella festa con le gare di slalom parallelo, le gesta eroiche di un ciclista funambolo che si lanciava dal trampolino di 10 metri con la sua BMX, musiche e immagini dei momenti gloriosi dell’eroe con la pagaia della Repubblica Ceca. E come sempre lei timida, nella sua corazza di atleta, decisamente felice, stringeva mani e sorrideva a tanta gente accorsa per conoscerla di persona.
Occhio all’onda! Ettore Ivaldi
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nella foto Štěpánka Hilgertová in allenamento in Sud Africa inverno 2010 foto dal suo sito personale, su http://www.hilgertova.cz/galerie.php tante immagini della
campionessa Ceka.
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