I Campionati del Mondo di Canoa Slalom sono partiti!

 



Partiamo dalla fine e cioè dal bellissimo tramonto che ci ha fatto da cornice questa sera, quando abbiamo lasciato il campo di gara, dopo una contenuta cerimonia di apertura, a conclusione di una giornata molto lunga ed intensa.  Un rosso fuoco che ha trasformato il lago che alimenta il canale, in un trionfo di colori tenui e romantici, o forse era il nostro cuore a farci notare certe sfumature di cui la vita è ricca e che ci regala a volte con parsimonia e altre volte tutte assieme. 

Il via è stato con il botto per il paese che ho l’onore di allenare e, in qualche modo,  dirigere: Ana Satila ha fatto una bella gara contro il tempo con le canoe corte e pesanti e ha messo alle spalle un periodo decisamente duro e difficile per lei e, se mi è concesso,  direi anche per tutti noi. Una medaglia ha la capacità di donare fiducia e rassicurare gli animi. 

Detto ciò passiamo ai fatti e diciamo subito che i Time Trial ad inizio mondiale sono, a mio modo di vedere, interessanti e diventano una ouverture ideale per entrare in gara. Premetto che durante gli allenamenti della mattina, ci sono state parecchie contestazioni sul fatto che la risalita numero 2 non era stata posizionata come era in allenamento e gli atleti si sono trovati spiazzati, quindi abbiamo dovuto rivedere il modo in  cui affrontare quel passaggio che si dimostrerà, a giochi fatti, molto decisivo. Quindi la gara, partita in perfetto orario alle 13:20, sotto il primo giorno di sole cocente, ha iniziato a prendere una sua fisionomia a partire dalla discesa di Jacob Grigar, che ferma i cronometri sui 57 secondi e 13 centesimi, lo slovacco parte bene e fa la porta 2 in modo egregio, ciò gli permette di restare al comando fino alla discesa di un suo omonimo, ma di cognome fa Krejci, che balza in testa  facendo meglio di soli 24 centesimi, sufficienti però per andare al comando dove ci resterà al lungo. Ci provano i vari specialisti come lo svizzero Roher, o lo stesso De Gennaro che ha fatto una prima parte stratosferica, ma poi sulla “main wave” si è trovato a chiudere troppo sul palo e quindi è finito dritto dritto nell’onda successiva prendendosi una bella secchiata  in faccia che gli ha  rallentato la corsa giusto prima dell’eskimo che ha quindi affrontato malamente. La gara prende una piega diversa con la discesa dello spagnolo David Llorente che rischia all’inverosimile alla risalita due: resterà un asterisco a lungo sul tabellone elettronico, segno evidente di un approfondimento arbitrale che emanerà la sentenza solo dopo l’arrivo dell’ultimo concorrente e cioè di  Joseph Clarke. Certo è che quel 55.21 è un tempo strepitoso, in una discesa che è andata in progressione, a differenza di molti altri atleti che hanno pagato la durezza del tracciato con cali evidenti nell’ultima parte; cosa inversa per David Llorente che ha praticamente costruito la sua vittoria sugli ultimi 13 secondi. Rimane solo la discesa del britannico, che si porta con sé  tante aspettative,  perché quest’anno ha gareggiato molto poco, visto che  ha rinunciato ad alcune gare di coppa per la nascita del suo secondo genito. Clarke parte bene ed è in vantaggio su Llorente di 44 centesimi; nella parte centrale il tre volte campione del mondo perde 28 centesimi e sull’ultimissimo tratto, dove c’è anche l’eskimo,  Llorente gli rosica un altro secondo e 4 centesimi. Passerà ancora del tempo prima che venga ufficializzato questo risultato finale: primo  Llorente, secondo Clarke, terzo Krajci, mentre Grigar, che aveva una prima parte più veloce di tutti, resta giù dal podio di 24 centesimi. 

Ci pensa la slovena Ajda Novak a  dare uno scossone alla gara al femminile, dopo circa 25 minuti dall’inizio,  mettendo una seria ipoteca sulla medaglia grazie ad un rispettabilissimo 63.07. Ci prova, 14 minuti più tardi  Ana Satila, che però non ha una partenza lampo: perde 1 secondo e 1 centesimo da Ajda e ben 1.33 dalla svizzera Alena Marx. La brasiliana tiene nella parte centrale, ma sarà l’eskimo a farle perdere la gara. Chi invece l’ha fatta da padrona è l’elvetica Alena Marx che ha una prima parte non solamente veloce, ma ancor di più. Poi comunque è brava a mantenere alta la concentrazioni per il resto del percorso, tanto più che non sbaglia più nulla. Finirà alla grande rifilando 98 centesimi alla slovena Novak e 1.14 alla brasiliana Satila.  Delude Camille Prigent, che così cede la sua corona di campionessa del mondo dopo due anni; sotto tono anche Kimberly Woods, che lascia i suoi sogni di gloria nelle due risalite: arriva su entrambe molto lunga. Anche Noemie Fox ci prova, ma è fuori di poco. Ci sono state ben sette atlete nello stesso secondo e tra la Novak, seconda, e Nikita Setchell, che ha chiuso in ottava posizione, ci sono 64 centesimi.  

L’ultimo giorno del mese di settembre sarà dedicato alle gare di qualifica delle canadesi individuali nella specialità delle paline leggere attaccate al cielo, alla mattina, e delle gare a squadre sempre e solo per le canadesi, al pomeriggio.


Occhio all'onda! 







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