Tradizioni e ritmi nell'estate australe
Quando si arriva in Australia ci sono alcune tradizioni da rispettare assolutamente. La prima è fare almeno una volta colazione al "Krispy Kreme" , la seconda passare da "Bunnings Warehouse" a comprare cappello in paglia e ombrello per ripararsi da un sole che ha la capacità si spaccarti la testa in due. Non si può non andare prima o poi al "Fish Market" a Sydney per comprare pesce fresco di ogni tipo a prezzi contenuti, Qui c’è anche la possibilità di farselo cucinare direttamente e gustarlo guardano Harbor Bridge che per dimensioni e forma è inconfondibile. Se poi ci aggiungete il fatto che è stato costruito negli anni ’20 e che ci sono voluti 10 anni vi renderete subito conto che è veramente impressionante di che cosa è capace l’uomo da sempre!
"Krispy Kreme" nasce da una leggenda che racconta che un certo Vernon Rudolph, futuro re della famosa catena, in una partita a poker vinse il segreto per fare i ciambelloni da un famoso Chef francese. Erano gli anni ’30 a New Orleans e ben presto da quel segreto nasce una catena di locali che oggi è presente praticamente in tutto il mondo con i suoi ciambelloni fatti in tutte le salse possibili. Anche per
"Bunnings Warehouse" c’è una bella storia alle spalle ed è quella dei due fratelli, Arthur e Robert, che nel 1886 lasciarono l’Inghilterra per venire qui giù a lavorare. Una volta arrivati il governo li assoldò per costruire case. I due impresari in poco tempo si specializzarono più sul taglio del legname e il suo stoccaggio tralasciando ben presto le costruzioni per dedicarsi più al commercio di materiali per le case. Oggi conta oltre 300 filiali tra Australia e Nuova Zelanda e da’ lavoro a 60.000 persone. Quando entri in uno di questi store trovi di tutto, ma veramente di tutto, l’unico vero problema poi diventa quello della scelta considerando il fatto che ne hai sempre troppa per ogni prodotto.
Ci sono tanti altri begli aneddoti da raccontare su questa terra abbandonata da Dio e ultimamente anche dalla Regina, Elizabeth II, che qui fece la sua ultima apparizione nel 2000, ma rimane comunque sempre la sovrana riconosciuta ed indiscutibile anche nella terra dei canguri. Di tutte queste belle e variegate storie ne parleremo un’altra volta oggi volevo sviscerare un argomento tecnico che è emerso fin dai primi allenamenti sul canale olimpico di Penrith e che molto spesso mette in crisi molti atleti che si affannano a spingere a più non posso sulla loro pagaia. Parliamo di tempi e ritmi che bisogna prendere e assimilare per ottenere la massimo resa con il minimo sforzo. Tante volte spingere oltre misura non serve, anzi si dimostra molto deleterio per il risultato finale. La difficoltà sta nel prendere il tempo con l’acqua rispettandone precise sequenze dettate dalla morfologia dello stesso canale che determina il tipo di onde e di morte . La scelta, ma soprattutto la capacità di attendere il momento preciso per mettere in essere determinate azioni, diventa fondamentale. L'impatto iniziale arriva dalla difficoltà di sintonizzarsi sulla giusta frequenza perché molte volte non si lascia la canoa e il nostro corpo liberi di ricercare il tempo giusto con il risultato che rischiamo di essere dei "ballerini" che danzano fuori tempo con tutte le difficoltà che ciò comporta. Si dovrà giocare sugli spostamenti del nostro copro che vanno a determinare il peso di incidenza sullo scafo prestando attenzione ovviamente agli equilibri per mantenere sempre in linea la nostra canoa. Non rispettare queste regole fa sì che il gioco si trasforma in lotta e ad avere la peggio sarà sempre e solo lo slalomista non certo l’acqua! Mettersi quindi in sintonia con l’acqua è il primo grande sforzo che bisogna fare, magari dedicando più allenamenti a ricercare ciò e non rincorrere cronometro e gloria.
Occhio all’onda!
"Krispy Kreme" nasce da una leggenda che racconta che un certo Vernon Rudolph, futuro re della famosa catena, in una partita a poker vinse il segreto per fare i ciambelloni da un famoso Chef francese. Erano gli anni ’30 a New Orleans e ben presto da quel segreto nasce una catena di locali che oggi è presente praticamente in tutto il mondo con i suoi ciambelloni fatti in tutte le salse possibili. Anche per
"Bunnings Warehouse" c’è una bella storia alle spalle ed è quella dei due fratelli, Arthur e Robert, che nel 1886 lasciarono l’Inghilterra per venire qui giù a lavorare. Una volta arrivati il governo li assoldò per costruire case. I due impresari in poco tempo si specializzarono più sul taglio del legname e il suo stoccaggio tralasciando ben presto le costruzioni per dedicarsi più al commercio di materiali per le case. Oggi conta oltre 300 filiali tra Australia e Nuova Zelanda e da’ lavoro a 60.000 persone. Quando entri in uno di questi store trovi di tutto, ma veramente di tutto, l’unico vero problema poi diventa quello della scelta considerando il fatto che ne hai sempre troppa per ogni prodotto.
Ci sono tanti altri begli aneddoti da raccontare su questa terra abbandonata da Dio e ultimamente anche dalla Regina, Elizabeth II, che qui fece la sua ultima apparizione nel 2000, ma rimane comunque sempre la sovrana riconosciuta ed indiscutibile anche nella terra dei canguri. Di tutte queste belle e variegate storie ne parleremo un’altra volta oggi volevo sviscerare un argomento tecnico che è emerso fin dai primi allenamenti sul canale olimpico di Penrith e che molto spesso mette in crisi molti atleti che si affannano a spingere a più non posso sulla loro pagaia. Parliamo di tempi e ritmi che bisogna prendere e assimilare per ottenere la massimo resa con il minimo sforzo. Tante volte spingere oltre misura non serve, anzi si dimostra molto deleterio per il risultato finale. La difficoltà sta nel prendere il tempo con l’acqua rispettandone precise sequenze dettate dalla morfologia dello stesso canale che determina il tipo di onde e di morte . La scelta, ma soprattutto la capacità di attendere il momento preciso per mettere in essere determinate azioni, diventa fondamentale. L'impatto iniziale arriva dalla difficoltà di sintonizzarsi sulla giusta frequenza perché molte volte non si lascia la canoa e il nostro corpo liberi di ricercare il tempo giusto con il risultato che rischiamo di essere dei "ballerini" che danzano fuori tempo con tutte le difficoltà che ciò comporta. Si dovrà giocare sugli spostamenti del nostro copro che vanno a determinare il peso di incidenza sullo scafo prestando attenzione ovviamente agli equilibri per mantenere sempre in linea la nostra canoa. Non rispettare queste regole fa sì che il gioco si trasforma in lotta e ad avere la peggio sarà sempre e solo lo slalomista non certo l’acqua! Mettersi quindi in sintonia con l’acqua è il primo grande sforzo che bisogna fare, magari dedicando più allenamenti a ricercare ciò e non rincorrere cronometro e gloria.
Occhio all’onda!
Zeno Ivaldi che arriva in Australia per la sua settima volta. L'atleta del CCVR, studente in ingegneria informatica, si fermerà qui fino al 2 marzo partecipando agli Australia Open di metà febbraio. |
Chiara Sabatini in forza alla Centro Sportivo Fiamme Azzurre. Nasce canoisticamente seguendo il papà in canoa discesa, passa poi allo slalom subito sotto la guida di Elena Bargigli |
Commenti
Posta un commento